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Pubblicato da FrancescoG.

Dopo aver chiarito che l'acqua non è un bene privatizzabile e che si discute sulla gestione (link), proviamo ad entrare più nel dettaglio.

 

La domanda di fondo è: cosa devono fare i Comuni per dare un servizio continuo, efficiente, che tuteli le persone, l’ambiente e le generazioni future?

 

La risposta non è facile.

  

Partiamo elencando i compiti principali ed ESCLUSIVI dei comuni consorziati, del pubblico (il consorzio è un obbligo):

 

-          pianificare i lavori nuovi e le manutenzioni;

-          definire delle priorità di intervento (prima le fogne, i depuratori o gli acquedotti?)

-          programmare i lavori (comune per comune, zona per zona);

-          fissare la tariffa del servizio (tenendo conto di diversità territoriali e sociali);

-          scegliere la forma di gestione;

-          controllare il gestore (chiunque esso sia).

 

 

Il pubblico decide cosa fare, quando farlo e quanto pagarlo (la tariffa).

E’ deputato al controllo.

 

I compiti sono importantissimi e, praticamente, totalizzanti.

Se dovessero nascere  inefficienze, significherà che la programmazione è sbagliata e l’errore sarà della politica, come è successo in altre parti d’Italia. 

Gli errori si possono sistemare, ma in qualche modo si pagano.

 

Tutto questo discorso viene condensato in: “facciamo la gestione pubblica” oppure “facciamo la gestione privata”. Non vi sembra riduttivo?

 

C’è l’impressione che si invertano l’obiettivo (il servizio efficiente) con lo strumento (la forma di gestione).

 

In un contesto ideologizzato, chi tenta di porre le questioni nel merito, con l’intenzione di trovare risposte reali a problemi reali, rischia di finire sommerso dal rumore delle posizioni ideologiche.

 

Al privato, in caso di gara, finiscono i lavori e la gestione degli impianti.

Un dato: allo stato attuale e con più di 100 gestori diversi, oltre il 90% delle spese di manutenzione ed investimento sulle reti idriche in Provincia di Como vanno ad aziende private.

Il restante 10% è per costi di controllo e della pubblica amministrazione.

 

Estremizzando (faccio uno sforzo, cercando di adeguarmi al dibattito pubblico) i modelli di società che sottendono alla scelta sul servizio idrico sono tre:

 

-          una società dove il pubblico (meglio dire "la politica") fanno tutto e gestiscono tutto ;

 

-          una società dove il privato sia libero di far qualsiasi cosa come meglio gli piace (capitalismo iperliberista ? Non è un totalitarismo anche questo?);

 

-          una società dove ognuno faccia bene il suo mestiere, dove si possa costruire insieme benessere e qualità della vita (liberalismo democratico ?).

 

Se si gioca sulla paura delle persone, si fa un buon servizio alle comunità ?

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