Uomini, donne e pensioni. Stranezze dell'equiparazione.
Pubblicato il 14 Giugno 2010
Sono anni che lo l'Unione Europea (e quindi anche l'Italia, in via indiretta: ne facciamo parte anche noi) insisre: multe se non si equipara l'età pensionabile nel settore pubblico, elevando quella delle donne da 60 a 65 anni (come è per gli uomini).
Lo Stato si è adeguato.
Sulla carta, ci sta. In realtà, no.
Perchè?
Le statistiche riportano che nel nostro Paese non c'è uguaglianza di trattamento sul lavoro tra uomini e donne (retribuzione e/o progressione di carriera).
Anche la parità langue: per le donne non sono adeguatamete considerate la conciliazione tra lavoro e impegni familiari, nei congedi parentali e nelle misure di protezione sociale durante gli anni di lavoro (asili, scuole a tempo pieno, impegno per la cura dei figli e/o della casa).
Anche le richieste di parità ed i sostegnio sociali sono vincolanti a livello Europeo. Peccato non si siano mai imposti adeguamenti e controlli.
L' Italia è il Paese in Europa con i più bassi livelli di occupazione femminile.
In pensione gli uomini ricevono il 64% rispetto all'ultimo stipendio.
Le donne il 46%.
Stessi doveri, solo con stessi diritti.