Sfollare quasi tutta l'Italia che sta Nord del Po.
Pubblicato il 28 Agosto 2010
Un titolo fuori posto? Forse si. Ma è quanto sta succedendo in Pakistan. Con pochissimi mezzi e risorse. Con strade disastrate.
Dopo le alluvioni, quasi cinque milioni di persone sono rimaste senza casa (gli abitanti del Veneto).
Venti milioni ssi stanno spostando dalla zone alluvionate: gli abitanti di Lombardia, Veneto e Piemonte messi insieme.
Così si rende più comprensibile l'immane catastrofe naturale che ha colpito il paese asiatico.
Il numero di morti, a quanto dicono alcuni commentatori, sembra non abbastanza elevato per muovere con forza le coscienze.
I fondi raccolti sono pochi e le mobilitazioni di massa (spedisci un sms solidale o altro di simile), non si sono viste.
Altri sostengono che scatta poca solidarietà perchè il Pakistan è considerato un paese "cattivo" e, di conseguenza, lo sono tutti i suoi abitanti.
Il paese ha un indice di sviluppo umano molto basso, problemi politici e geopolitici rilevanti. E' da sempre crocevia di interessi internazionali.
La quasi totalità dei pakistani - sono 180 milioni, tre volte gli italiani - sono contadini, artigiani o pastori che non sanno nulla o pochissimo di cosa succede nel mondo.
Il poco che sanno arriva da messaggeri Talebani o da fondamentalisti, dalla associazioni non governative, in parte dalle radio estere.
Lasciare campo libero e non trovare un'unità internazionale profonda e vera per aiutare le popolazioni colpite dai nubifragi rischia di lasciare spazio, ancor di più, al fondamentalismo.
Il corrispondente della BBC in Pakistan ha commentato: "Fra 200 anni, un nonno di etnia pashtun racconterà al nipote che durante la grande alluvione, gli Stati Uniti bombardavano il sud-est del paese. E che bisogna vendicarsi".
La comunità internazionale è ancora in tempo per seminare per il meglio.