25 aprile: riscatto dell'Italia.

Pubblicato il 26 Aprile 2010

Il 25 aprile è una data importante per la Nazione.

Si ricorda la Liberazione dell'Italia dalle forze nazifasciste che, dopo l'8 settembre del 1943, l'avevano in gran parte occupata.

L'occupazione fu durissima nel Centro-Nord Italia, con massacri di popolazioni civili, deportazioni e violenze di ogni tipo.

Molti Italiani, civili e militari, donne e uomini, guardarono oltre.

Si unirono tra loro per una lotta di popolo che passava non solo per le armi, ma anche in un quotidiano lavoro - pericoloso e duro - per ritrovare la libertà.

Questo moto venne ammirato dal generale Clark, statunitense, come "un esempio per i popoli oppressi di Europa".

 

L'Italia si fonda anche su questi esempi. 

Per una corretta analisi è indispensabile rifarsi ai fatti. Inutile travisare la realtà: non si aiuta a creare quello spirito patriottico e nazionale indispensabile per ricostruire coesione sociale.

 

Come ha sostenuto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nell'importante e impegnato discorso tenuto al Teatro alla Scala di Milano:

 

"..... mai in queste celebrazioni, e dunque nemmeno in quella di oggi, si può smarrire il riferimento ai fatti, al vissuto, a quel che fu un viluppo di circostanze concrete, di dilemmi, di scelte difficili, di decisioni coraggiose e costose, di sconfitte e di successi ; non si può mai smarrire il riferimento a tutto ciò, rinunciare a ricostruire e tramandare costantemente quelle esperienze reali, se non si vuole ridurre il movimento di Liberazione a immagine sbiadita o ad oggetto di dispute astratte".

 

E aggiunge:

"Chi può negare che l’apporto delle forze angloamericane fu decisivo per schiacciare la macchina militare tedesca, per scacciarne le truppe dal territorio italiano che occupavano e opprimevano? Certamente nessuno, ma è egualmente indubbio che il generoso contributo italiano, contro ogni comodo e calcolato attendismo, ci procurò un prezioso riconoscimento e rispetto".

 

Il discorso del Presidente della Repubblica merita di essere ascoltato o letto. Qui potete trovare il video e qui il testo.

 

E' stato molto applaudito, anche da coloro che, seduti nella platea del Teatro, operano in maniera opposta (lo dicono i fatti) a quanto indicato dai nostri padri costituenti per un Italia unita, progredita, solidale, coesa, forte e protagonista, nel bene, in Europa e nel Mondo.

 

Chi ha la massima responsabilità di trasformare in fatti gli auspici, lo deve fare.

E' indispendabile che ognuno di noi tramandi ed operi sull'insegnamento positivo che ci arriva dalla nostra Storia.

Scritto da FrancescoG.

Con tag #Avvisi e manifestazioni

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F
<br /> <br /> Grazie Mirco del pensiero. Condiviso.<br /> <br /> <br /> Un documento storico. De Gasperi. Parigi, conferenza di pace 1947. Un disorso dalla celebre apertura: "Prendendo la parola in questo consesso mondiale sento che tutto, tranne la vostra personale<br /> cortesia, è contro di me".<br /> <br /> <br /> Qui uno stralcio.<br /> <br /> <br /> "Ora non v'ha dubbio che il rovesciamento del regime fascista non fu possibile che in seguito agli avvenimenti militari, ma il rivolgimento non sarebbe stato così profondo, se non fosse stato<br /> preceduto dalla lunga cospirazione dei patrioti che in Patria e fuori agirono a prezzo di immensi sacrifici, senza l'intervento degli scioperi politici nelle industrie del nord, senza l'abile<br /> azione clandestina degli uomini dell'opposizione parlamentare antifascista (ed è qui presente uno dei suoi più fattivi rappresentanti) che spinsero al colpo di stato. Rammentate che il comunicato<br /> di Potsdam del 2 agosto 1945 proclama: "L'Italia fu la prima delle Potenze dell'Asse a rompere con la Germania, alla cui sconfitta essa diede un sostanziale contributo ed ora si è aggiunta agli<br /> Alleati nella guerra contro il Giappone".<br /> <br /> <br /> "L'Italia ha liberato se stessa dal regime fascista e sta facendo buoni progressi verso il ristabilimento di un Governo e istituzioni democratiche".<br /> <br /> <br /> Tale era il riconoscimento di Potsdam. ...............<br /> <br /> <br /> ................ la formulazione così stentata ed agra della cobelligeranza: "delle Forze armate italiane hanno preso parte attiva alla guerra contro la Germania". Delle Forze? Ma<br /> si tratta di tutta la marina da guerra, di centinaia di migliaia di militari per i servizi di retrovia, del "Corpo Italiano di Liberazione", trasformatosi poi nelle divisioni combattenti e "last<br /> but non least" dei partigiani, autori soprattutto dell'insurrezione del nord.<br /> Le perdite nella resistenza contro i tedeschi, prima e dopo la dichiarazione di guerra, furono di oltre 100 mila uomini tra morti e dispersi, senza contare i militari e civili vittime dei nazisti<br /> nei campi di concentramento ed i 50 mila patrioti caduti nella lotta partigiana.<br /> <br /> <br /> <br />
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M
<br /> <br /> E' una bella lettura quella delle righe qui proposte, non sempre è cosi.<br /> <br /> <br /> Meno male che quei tempi sono lontani e passati, anche oggi persone starebbero dalla parte giusta altre no, ora scrivono solo ,per fortuna!<br /> <br /> <br />  <br /> <br /> <br /> <br />
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